Prendo spunto dal sagace post di Agnese per fare alcune riflessioni.
Agnese, in maniera tanto sintetica quanto precisa, parla di noi come di “genta matta che passa per le piste di Folgaria. Ma matta davvero. Di quelli matti che riescono anche a salvare le persone“.
Credo tutti noi ci possiamo riconoscere in questa definizione.

In fondo, per un servizio come il nostro, come per molti altri nel campo del volontariato sanitario, è necessaria una buona dose di pazzia, perchè se ci si fermasse a riflettere sulle cose ci potrebbero accadere, forse si sarebbe più propensi a rimanere seduti sul divano piuttosto che a andar a fare servizio  sulle piste.
Questi siamo noi, con  la pazzia che sta dentro ciascuno di noi e che si esprime non solo nel servizio, ma anche in tutti quei modi che lo rendono piacevole il servizio.
Così siamo fatti, e così siamo riusciti a farci apprezzare al punto da vederci affidare tutto il comprensorio trentino, soffiandolo ai ben più ammanicati colleghi indigeni.

Ho premesso che la voce, ma sopratutto le parole, del Grillo sono spesso scomode: tuttavia credo valgan la pena di esser lette e prese in seria considerazione.
Mentre su alcuni dettagli, si può soprassedere visto non hanno ancora fatto perder la pazienza ad alcuno, oltre ad esser, forse, il nostro segno distintivo (parlo di miagolii via ponte radio?), per altre invece val la pena spendere qualche parola, perchè il loro ripetersi, sebbene fino ad ora non abbia causato ripercussione alcuna, potrebbe esser cagione di spiacevoli situazioni.

Mi riferisco in primis alla pulizia ed alla situazione degli stanzini: è ben vero che essi sono i locali in cui ci cambiamo e in cui vengono appoggiati i nostri “bagagli”, ma è altrettanto vero che essi sono anche delle piccole infermerie, all’interno delle quali dovranno entrare i pazienti da noi soccorsi.
Ergo, dopo esserci cambiati e aver fatto le chek list, ricordiamoci di sistemare con un po’ di ordine sacche, borse, scarpe e amenicoli vari, sotto i lettini o sotto i tavoli, in modo che chi vi entra non scambi l’infermeria per una camera di studenti universitari poco inclini all’ordine.
Inoltre, dopo aver completato il servizio, e consegnato il paziente all’ambulanza o alle proprie gambe, e aver compilato per benino il verbale di intervento, prima di uscire a fumare una meritata sigaretta, date sempre una passata con il mocio allo stanzino: basta poco, molto poco, e darà una buona impressione a chi entra.
Per capirci, che impressione ne trarreste se, entrando in pronto soccorso, trovaste il pavimento sporco, e pieno di cianfusaglie sparse ovunque? Non certo positiva!

Gli spostamenti da una stazione all’altra: perchè no?
Visto abbiamo tutto il comprensorio, perchè non fare una sciata sulla Salizzona quando siamo di servizio a Francolini, o sulla Martinella quando siamo di servizio a Fondo Grande?
Why not?
Ovviamente, anche questo si può fare, ma….esiste un caposquadra, che funge da responsabile del servizio, ogni giorno: a lui dovete comunicare, prima di qualunque spostamento, la vostra intenzione via telefono . Lui conosce la situazione, lui deciderà se autorizzarvi o meno, e a far coprire la zona di vostra competenza dalla squadra adiacente. Niente iniziativa personale!!.

Da ultimo, i verbali di intervento: contengono dati sensibili.
La loro divulgazione è punibile con la reclusione, al minimo, di dicotto mesi.
E qui non c’è assicurazione che tenga: risponde ciascuno personalmente!
I verbali quindi, al termine di ogni giornata di servizio, dovranno essere strappati (con delicatezza e precisione!!) dal blocco verbali e consegnati al caposquadra, nel caso lo incontriate al termine del servizio, o portati in sede il giovedì immediatamente successivo, non dopo qualche giovedì!.

Avevo premesso la mie parole non sarebbero state comode, e a qualcuno potranno sembrare eccessi di zelo, ma visto il buon servizio stiamo svolgendo, mi piacerebbe continuare a raccogliere, grazie al lavoro di tutti, solo e sempre attestati di stima per il lavoro svolto!.

Conto sulla vostra solita pronta collaborazione!
Grazie a tutti, e …. buoni “miagolii via ponte radio” 🙂
Stefano Micheletti